Il 19 novembre 2020 arriva finalmente nei cinema italiani Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare, uno dei film più apprezzati del Giffoni Film Festival 2019.
Il film, diretto da Shawn Seet e interpretato dal Premio Oscar Geoffrey Rush, dal giovanissimo Finn Little e da Jai Courtney (Divergent, Unbroken, Suicide Squad, Alita – Angelo della battaglia), è la trasposizione cinematografica dell’omonimo romanzo di Colin Thiele. Il libro fu pubblicato nel 1964 ed è diventato col tempo un classico della letteratura per ragazzi, specialmente in Australia, dove Storm Boy è un testo studiato nelle scuole elementari, uno di quei libri che entra a far parte del bagaglio culturale condiviso di un intero popolo.
Fu così anche per il regista Shawn Seet che, nato in Australia, si trasferì in Malesia per poi fare definitivamente ritorno nella sua terra natia all’età di 12 anni. Il libro ha un’importanza così rilevante che già nel 1976 ne fu realizzato un adattamento cinematografico (sempre intitolato Storm Boy). Quello era il periodo della rinascita cinematografica australiana, in quegli anni a cavallo tra i Settanta e gli Ottanta (uscirono, tra gli altri, successi di critica e pubblico come Mad Max – Interceptor, The Chant of Jimmie Blacksmith, La mia brillante carriera) e Shawn Seet ricorda che, ancora ragazzino, andò a vederlo in sala e ne rimase folgorato, tanto da conservare ancora il poster in casa. Per questo, quando si è presentata la possibilità di realizzare questo film è stato immediatamente entusiasta del progetto.
Quello che il regista Shawn Seet ha precisato più di una volta è che il suo film non è un remake della vecchia pellicola, ma un’originale reinterpretazione della fonte letteraria, che presenta ancora, a 56 anni di distanza dall’uscita, degli argomenti attuali e riconvertibili al nostro tempo.
Da una parte temi universali e senza tempo, come l’intensità e le peculiarità del rapporto padre-figlio, dall’altra richiami che stanno diventando più che mai stringenti per l’uomo contemporaneo, come la ricerca di una vita semplice, in sintonia con l’ambiente circostante. Ed è attraverso questa lente che il regista insieme allo sceneggiatore Justin Monjo ha voluto guardare per la sua trasposizione, rimanendo fedele al testo ma tentando di renderlo ancora più vicino alle tematiche ambientali, per esaltarne l’efficacia e l’importanza.
Proprio per questo Storm Boy è un perfetto esempio di film per tutta la famiglia, perché come ogni grande storia pensata per l’infanzia è in grado di colpire l’attenzione dei più piccoli, fornendo loro una parabola in cui rispecchiarsi per elaborare concetti importanti attraverso un linguaggio insieme semplice e stratificato come quello cinematografico. I più grandi, invece, oltre a godersi l’interpretazione di un mostro sacro della cinematografia mondiale come Geoffrey Rush, assisteranno a una storia senza tempo di amicizia e riconoscenza, di infanzia e crescita, una di quelle in cui è impossibile non ritrovare un po’ del proprio percorso, di se stessi.
Con i meravigliosi paesaggi australiani a fare da sfondo alla storia, e diverse scene dove lo spettacolo della natura, in tutte le sue forme, è padrone dello schermo, Storm Boy – Il ragazzo che sapeva volare è un film da vedere sul grande schermo della sala cinematografica, un fondamentale luogo di cultura che in questi mesi si è confermato anche sicuro per tutti.